Muori con me by Karen Sander

Muori con me by Karen Sander

autore:Karen Sander [Sander, Karen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-04-22T16:00:00+00:00


Mercoledì 30 ottobre, ore 14.26

«Grazie di essere venuta.» Georg Stadler allungò una mano a Liz. La sua gentilezza sembrava un po’ forzata. Pareva frustrato. «Nel mio ufficio, prego.»

Stadler seguì Liz in silenzio e le offrì una sedia, per poi prender posto dietro alla scrivania. La postazione di Birgit Clarenberg era deserta e il computer spento.

«Solo soletto, oggi?» domandò Liz non sopportando oltre quel silenzio.

«Birgit ha da fare.» In un tono che sottintendeva: “Non chieda cose che non la riguardano”.

Liz tacque.

Stadler si strofinò gli occhi. «Mi scusi, è un momento difficile. Abbiamo troppe poche persone per tutti gli indizi da verificare. E una collega…» Fece cenno di no con una mano. «No, questa è una storia troppo lunga.»

«Allora, quali sono le novità?» domandò Liz per cambiare discorso. La scintilla di curiosità che Stadler aveva acceso dentro di lei la stava divorando. Anche se avrebbe tanto voluto sapere quale collega era riuscita a mandarlo così in crisi. E soprattutto come.

«Purtroppo su Jan Schneider ancora nulla» rispose Stadler sorridendo, come per scusarsi. «Si tratta di altro. Ecco, mi piacerebbe avere una sua opinione sull’uomo che abbiamo arrestato.»

Liz cercò di nascondere la propria delusione. Non voleva più saperne di quegli omicidi che l’avevano fatta sentire una fallita. Dopo l’incredibile successo del dottorato con cui aveva smascherato un serial killer, la prima collaborazione con la polizia le aveva lasciato un retrogusto amaro. Anche se aveva dato qualche buon suggerimento, il colpaccio non era stato merito suo.

«Non capisco» rispose esitante.

«Be’, la situazione è cambiata e forse dobbiamo lasciarlo andare.»

Liz sentì un brivido di terrore. Il profilo… lo aveva adattato a Grothe? Certo, ci aveva pensato, ma alla fine… lo aveva fatto? Liz rifletté. No, più ci pensava, più era convinta di aver proseguito dritta per la sua strada.

«Che succede?» domandò Stadler preoccupato. «Sembra che abbia appena visto un fantasma.»

Liz si ricompose. «No, sono solo sorpresa. Perché dovete rilasciarlo? Pensavo avesse confessato.»

Stadler si appoggiò allo schienale. «Ha ritirato la confessione, su consiglio dell’avvocato. Nega in maniera categorica di avere a che fare con gli omicidi. Ha detto di aver confessato perché lo abbiamo messo troppo sotto pressione.» Congiunse le mani. «Be’, non lo abbiamo certo trattato con i guanti bianchi, questo è chiaro, ma non gli abbiamo estorto nulla, ci mancherebbe. Anzi, lui sembrava strafelice di poter raccontare tutto nei minimi dettagli.»

Liz annuì pensierosa. «E la lettera?»

«Quella l’ha scritta lui. Avrebbe avuto una visione e sarebbe stata la Madonna a dettargliela, parola per parola.» Stadler storse la bocca come se avesse dato un morso a un limone.

«Ah.»

«Non lo capisco, o è un pazzo schizzato, ma innocuo, oppure un assassino, di quelli più scaltri delle volpi. Lo interrogherò un’ultima volta, poi dovrò rilasciarlo. Non abbiamo niente in mano contro di lui.»

«Vuole che io assista?»

«Sì, per favore.»

«Va bene.» In lei si fece largo una nuova sensazione: curiosità, una specie d’istinto da predatore.

Si avviarono verso la stanza, dove il sospettato e il suo avvocato erano già in attesa. Jonathan Grothe non aveva più i pantaloni della tuta, portava dei jeans e una maglietta nera.



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